martedì 1 gennaio 2013

Guardando fuori dalla porta sul retro - Lookin' out the backdoor



L'album "Cosmo's Factory" contiene a mio avviso una serie di pezzi memorabili che, se si ha l'abilità di imparare a memoria e cantare, ti infondono una gioia ed un'energia rara. E' un esempio ben riuscito di buona musica, liriche ermetiche che comunque ti affascinano per le sfumature musicali e il ritmo, gioca con invenzioni del tutto originali passando dal rock al country e al blues. E' considerata la prova più riuscita della band che, proprio nel 1970 e grazie a questo lavoro, raggiunse le vette delle classifiche americane divenendo sinonimo di Southern Mississippi rock.
In pieno stile country americano si staglia fra tutti i brani "Looking out the backdoor" che adoro sin da ragazzina, che conosco perfettamente a memoria e che periodicamente canto a squarciagola sempre con la stessa intensità.
L'autore, John Fogerty, quello che io considero il bello del gruppo e che nella foto è il primo da sinistra, era a quei tempi considerato il leader indiscusso della band, chitarrista e compositore. Come giustamente è stato, ha continuato la carriera solista dopo lo scioglimento del gruppo e se avete voglia di cercare alcuni dei suoi concerti dal vivo vedrete come ha mantenuto lo smalto...e la presenza.
Scusate ma John mi piaceva davvero molto....
Torniamo però al brano in questione e alle liriche strampalate che hanno fatto a lungo discutere i musicofili esperti sul significato.
All'epoca, siamo intorno agli anni 70, era abbastanza facile accusare questi giovani capelloni creativi di esaltare l'uso e l'abuso di sostanze stupefacenti nelle loro canzoni e "Looking out the backdoor" non si sottrae a questo giudizio che non mi trova affatto d'accordo.
Il testo della canzone si presta senz'altro ad una certa ambiguità ma il bello dell'arte sta proprio nell'interpretazione che il fruitore vuole dare senza condizionamenti.
Benché proprio Fogerty abbia più volte smentito il contenuto legato all'uso di droghe spiegando che l'ispirazione gli venne proprio da suo figlio di tre anni, ancora oggi resta legato al viaggio con l'lsd.
Io me ne sono sempre strafregata di cosa l'autore volesse veramente comunicare e ne ho dato una mia libera interpretazione fin dall'inizio.
A me piace pensare a quando, dopo una giornata faticosa in cui ho risolto problemi, riesco a sprofondare nella "sciocchezza" delle cose più semplici e banali rilassandomi. Looking out the backdoor può essere un inno al dolce far niente e al fantasticare.
Oppure, volendo penetrare il senso più profondo aprire quella famosa porta sul retro alla quale non diamo mai molta importanza, recuperando ciò che, per ovvi motivi pratici durante il quotidiano, tendiamo ad accantonare dietro di noi.
Fogerty e la sua band ci invitano a chiudere a chiave la porta principale di casa (le priorità) per abbandonarsi liberamente alla fantasia secondo i dettami della quale, un gigante può fare le capriole e una statua portare i tacchi alti.

Eccovi la mia traduzione:

Sono appena tornato dall'Illinois
e chiudo a chiave la porta d'ingresso: finalmente!
Mi siedo e mi riposo un istante sulla veranda.
L'immaginazione prende il sopravvento e, di lì a poco, inizio a cantare.

Doo, doo, doo guardando fuori dalla porta sul retro.

C'è un gigante che fà le capriole
una statua porta i tacchi alti
e osservo tutte queste creature felici che danzano sul prato
Un giradischi victrola* a forma di dinosauro ascolta Buck Owens**

Doo, doo, doo guardando fuori dalla porta sul retro.

Tamburini ed elefanti suonano nella banda
Ti va' di fare un giro sul cucchiaio volante?
Un mago offre una meravigliosa apparizione

Doo, doo, doo guardando fuori dalla porta sul retro.

Disturbatemi domani, oggi non voglio fastidi.
Spedisco i problemi in Illinois,
chiudo a chiave la porta d'ingresso: finalmente!
Osservo tutte quelle creature felici che danzano sul prato.
Disturbatemi domani, oggi non voglio fastidi.


*il giradischi victrola era incassato in un mobile di legno che, una volta chiuso diveniva un pezzo di arredamento. Mia nonna ne aveva uno in casa.
**Buck Owens è stato uno dei maggiori interpreti country degli Stati Uniti e spesso Fogerty lo citava come fonte ispirativa. Vale la pena ascoltarlo poiché è davvero piacevole.






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