lunedì 14 gennaio 2013

....e il muschio crebbe rigoglioso su di una pietra rotolante






Il 1943  non fu un anno facile per la Vecchia Europa impegnata com'era nella Seconda Guerra Mondiale e, mentre la Gran Bretagna faceva le prove per lo sbarco in Normandia, la vita quotidiana di  molti inglesi si snodava fra alti e bassi. Nonostante le difficoltà oggettive che Winston Churchill cercava di minimizzare, le coppie si sposavano e mettevano su famiglia.
Quel clima cupo e ricco di tensioni era comunque in grado di accogliere anime variegate, diverse,  ricche di fascino ed energia.
Lungo l'antica strada che da Londra porta a Dover, si situa Dartford antica cittadina di commerci in epoca medioevale e, proprio in quell'anno, il Livingston Hospital  accolse nel reparto maternità due nascituri che sarebbero diventati in seguito due icone indiscusse del panorama musicale internazionale: Mick Jagger e Keith Richards.
Sarà stata l'aria del dopoguerra, sarà stato il destino già scritto, fatto sta che quei due ragazzi nati entrambi nello stesso anno e astrologicamente compatibili ( leone versus sagittario) al momento giusto s'incontrarono.
Frequentarono insieme le scuole elementari ma soltanto anni dopo nel 1960 svilupparono un'amicizia: Mick cantava già fin da piccolo Buddy Holly, mentre Keith strimpellava Duke Ellington sulla chitarra regalatagli dalla madre. Il rythm'n'blues, la passione  che li accomunava.
Mick, cresciuto in una famiglia medio borghese, aspirava a divenire giornalista o politico come la madre e intraprese una scuola di economia mentre Keith, dotato di una personalità forte e trascinante, ammazzava il tempo in un istituto d'arte sviluppando già a quel tempo atteggiamenti ribelli e anticonformisti che stridevano con la rigidità di classe nella Gran Bretagna di quegli anni.
Fu proprio l'inquietudine di Richards, la sua frenesia fisica e il suo talento innato a rinnovare e suggellare la loro amicizia il giorno che si rincontrarono dopo anni su di un treno: uno teneva sottobraccio alcuni dischi americani d'importazione e l'altro la sua chitarra....e fu amore a prima vista.
"Dai Mick, ascoltami, hai una gran bella voce e una bella presenza scenica, ma soprattutto ami il blues tanto quanto me; lascia stare la politica e tutte quelle stronzate, continua a cantare. Che ne dici se fondiamo una band. Troviamo uno scantinato qui a Londra e proviamo rock, blues, quello che ci viene in testa?"
E così fu.
All'incirca nello stesso momento e nello stesso luogo, un altro giovanotto "scapestrato" e leggermente più vecchio dei nostri due, si dilettava a suonare il clarinetto e il sax in piccole jazz bands anche se il blues era la sua ragione di vita. Della sua esistenza disordinata fatta di lavoretti saltuari e frustrazioni, quello era un punto sul quale non aveva dubbi: prima o poi avrebbe suonato il blues con altri appassionati come lui. Lui, era Brian Jones.
Fino ad un certo punto era stato un ragazzo convenzionale, educato e ben voluto piuttosto volenteroso a scuola. Bel ragazzo e studente modello. Poi, divenuto adolescente, un certo risentimento verso l'autorità lo portò a divenire sempre più ribelle una volta cresciuto sino ad incappare in una brutta storia che lo portò alla paternità all'età di 17 anni e che senz'altro contribuì alle sue schizofrenie sentimentali note a tutti.
All'epoca dell'incontro con gli altri futuri Stones si faceva chiamare Elmo Lewis e il suo grande sogno era quello di formare un'autentica band di r&b.
Fu proprio durante una blues session che incontrò Jagger, Richards e un amico comune Dick Taylor.
Qualche settimana più tardi quando sullo stesso palcoscenico gli capitò di ascoltarli in Around and Around di Chuck Berry sentì che forse era arrivata la risposta che attendeva. 
E quando si mise a provare con Jagger e a loro si unì Richards beh, era fatta: era nata l'anima degli Stones che si rivelò ben presto alquanto ambiziosa.
Il primo spettacolo della band si tenne il 12 luglio 1962 al Marquee Club di Londra (che al tempo era considerato il top dell'intrattenimento), con la seguente formazione: Jagger, Richards, Jones, al piano Ian  "Stu" Stewart, al basso Dick Taylor e alla batteria Tony Chapman.
Affittarono una "bellissima discarica" dove finalmente si poteva provare blues notte e giorno, dove Jagger imparò a suonare l'armonica a bocca e dove, dopo svariate audizioni, furono scelti Bill Wyman al basso e Charlie Watts considerato uno dei migliori batteristi della scena londinese.
Brian guidava il gruppo con notevole rigidità e sapeva che promuovere una band agli inizi non era cosa facile, ma per lui si trasformò in una crociata: i Rolling Stones dovevano essere mondialmente riconosciuti come una band di rythm'n'blues.
Ho scelto volutamente il testo di uno dei primi brani degli Stones alquanto sottovalutati  ma fra i miei preferiti, di cui ne esistono liricamente versioni alternative in cui Jagger cambia le parole e cover indimenticabili  fra cui quella di Chris Farlowe e del nostro grandissimo connazionale Giuliano Palma.
Lasciatevi andare, ballate e cantate a squarciagola!


Out Of Time (1966)


You don't know what's going on,
you've been away for much too long
you can't come back and think you are still mine.
You're out of touch my baby, my poor old fashioned baby
I said baby, baby, baby, you're out of time

Well, baby, baby, baby, you're out of time
I said baby, baby, baby, you're out of time
Yes, you are left out, yes, you are
I said you're left out of there without a doubt
'cause baby, baby, baby, you're out of time

You thought  you were a clever girl
Giving up your social whirl
 You can't come back and be the first in line,
You're obsolete my baby
My poor unfaithful baby
I said baby, baby, baby you're out of time.


Well, baby, baby, baby, you're out of time
I said baby, baby, baby, you're out of time
Yes, you are left out, yes, you are
I said you're left out of there without a doubt
'cause baby, baby, baby, you're out of time


    




FUORI TEMPO

 Tu non sai cosa sta succedendo
Sei stata via per troppo tempo
Non puoi ritornare e pensare di essere ancora mia
Sei fuori dal mio mondo, bambina mia
mia povera bimba fuori moda
Ho detto, bimba, bimba, bimba, tu sei fuori tempo.

 Bene, bimba, bimba, bimba, sei fuori tempo
Ho detto, bimba, bimba, bimba, tu sei fuori tempo
Sei stata lasciata sola
lì senza dubbio
Perché bimba, bimba, bimba, sei fuori tempo

 Pensavi di essere una ragazza brillante
rinunciando alla mondanità
Ma non puoi ritornare ed essere la prima della fila, 
Sei obsoleta bimba mia
Mia povera bimba fedifraga
Ho detto bimba, bimba, bimba sei fuori tempo.




Traduzione di Sarala







5 commenti:

  1. (Il gadget per iscriversi a questo sito, ¿dov'é?).

    Nessun italiano/a s'interessó per questo finora: c'era un italiano che era venuto in Argentina negli anni settanta come molti altri, per smetter di consommare eroina che non c'e qui ("heroína"; classica la canzone che scrisse; "I used to love an Italian girl, now I love an Argeninian girl"); fu il cantante di uno degli unici due gruppi che ebbe successo qui nel cantare in inglese; lui si chiamava Luca Prodan e il gruppo "Sumo" ("breaking away" é la mia preferita).

    Da voi é sconosciuto, ma qui, é una leggenda; hanno anche fatto tre film su lui; uno per la televisione e due per il cinema, ah, e una delle migliori canzoni della storia venne scritta per lui: "Luca" del gruppo argentino Divididos (uno dei piú conosciuti), e c'é un'altra scritta da un "uccello cantante" (jilguero/cardellino) dall'espressione ancora adolescente malgrado la sua étá (ma non ebbe successo su youtube).

    Dovevo dirlo........

    Chaaauuuu

    RispondiElimina
  2. Ciao Martin e benvenuto su Musical Jester. Grazie per questa chicca musicale che ci posti. Ci dici qualcosa di più di Luca Prodan per farlo conoscere?
    In effetti hai ragione sul gadget ma non riesco ad applicarlo, sai dirmi come fare?
    Anni fa alcuni miei amici argentini mi fecero sentire un gruppo di cui ricordo soltanto qualcosa come "Lobo Hombre in Paris", non ricordo il nome ma mi piacevano tanto....
    Musica nuova e nuove idee amando le vecchie glorie.
    Che ne pensi di Asaf Avidan?
    Bacioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao.

      Quella canzone é del gruppo spagnolo "La Unión"; "hombre lobo en París".

      Per aggiungere il gadget devi andare fino alla sezione "disegno" (non so se si usa la stessa parola sui blog in italiano ma é nella parte superiore del blog) e nella sezione per aggiungere gadget a sinistra dice "piú gadget"; clicki lí ed é il primo che c'é; se hanno aggiunto piú gadget e non fosse il primo, in "piú gadget" hai la possibilita' di scrivere e scrivi "google friend connect", e uno dice "seguitori" o "membri". É tutto.

      Luca é ancora popolare qui malgrado la sua morte negli anni ottanta a giovane etá, e anche se la sua tecnica era limitata, lasció canzoni di stili molto diversi, anche sperimentali che ebbero una grande influenza su molti altri musicisti qui.
      Avidan sembra buono; l'ho appena cercato e mi rendo conto che l'aveva ascoltato ma non sapevo il suo nome.
      Ciaaaooo

      Elimina
    2. Grazie Martìn per tutte le belle novità che mi hai portato.
      Ho aggiunto il gadget dei followers, altri non ho trovato per ora, spero sia utile.
      Ho messo a scaricare Luca Prodan e ho scoperto che viene considerato un grande anche in Italia da coloro che lo conoscono. Ascolterò la sua musica e se mi piace gli dedicherò senza'altro un post: lui è veramente un artista che entra dalla porta sul retro...indubbiamente.
      http://www.crakweb.it/luca_prodan,2,600.html
      In questa pagina gli hanno dedicato una bella recensione che puoi leggere.
      io vado a cena e ti saluto caramente
      Ornella

      Elimina
    3. Hai messo il gadget per i seguitori di google +, non quello dei blog; prima c'era l'opzione "seguire questo blog" nella parte superiore ma adesso non c'é ne di piú, uno deve cercar e metter il gagdet; ¡rendono tutto ogni volta piú difficile per gli uttenti independenti come fanno anche su you tube!

      Ho messo il link sul mio google plus della pagina in cui parlano nella rivista rolling stone di Luca Prodan; mi fa piacere che una pubblicazione conosciuta parli di lui.

      Ciaao

      Elimina