domenica 30 dicembre 2012

Cosmo's factory - la fabbrica cosmica



A dire il vero, prima dell'avvento magico nella mia vita del Duca Bianco, c'era stata una suggestione estiva molto interessante che, come vi accennavo nel post precedente, provenendo dalla porta sul retro, era destinata a soggiornare nell'inconscio ancora per qualche anno.
D'estate ero solita trascorrere le vacanze ad Arenzano in provincia di Genova e la mia base era il Circolo Velico Luigi Sirombra che, non si prestava tanto alla balneazione ma era comunque oggetto d'interessanti spunti.
Vi giravano pescatori, velisti e occasionali bambini, per cui, per giocare mi spostavo alla spiaggia libera vicina. Talvolta però alcune di queste persone, molto ma molto più grandi di me, mi affascinavano.
C'era l'anziana signora che riempiva delle casellette bianche con parole  che non conoscevo scritte a matita ed  era abilissima nel farlo mentre uomini dalla pelle bruciata dal sole in canottiera  elencavano serie di nodi marinari dai nomi complicatissimi.
Io bighellonavo, guardavo e ascoltavo.
Spesso passava di lì Maxi, un ragazzone di 18 anni che usciva in barca a vela e a volte si fermava nella stanza del circolo. Io all'epoca avevo 11 anni ed era evidente che ai miei giochi infantili non intendeva partecipare. Era simpatico, socievole e si sa che gli adolescenti in genere amano comunque raccontarsi, esprimersi e condividere le proprie passioni del momento con chiunque.
Infatti un giorno arriva al Circolo con due 33 giri sotto il braccio e il giradischi.
Ma quanto erano belle le copertine di quei long-playing!
Una delle due poi era proprio curiosa e colorata. Era come se ci si trovasse in un teatro con le tende e i tipi fotografati erano "strani". Uno poi addirittura stava pedalando su di una bici ferma. Che belle robe che aveva portato Maxi....
"Mi ritorni in mente" di Lucio Battisti era una bella canzone, oppure la straniera "Venus" degli Shocking Blue che cantavo inventandomi le parole inglesi, per non parlare di "Se bruciasse la città" di Massimo Ranieri che mi incantava e che conoscevo a memoria.
Però, caspita, quando Maxi mise sul giradischi il contenuto di quella copertina una parte di me, ancora profonda, realizzò che quelle note provenivano proprio da un altro universo, da un altro cosmo.
"Ornellina, mi disse Maxi con entusiasmo, questa roba qui l'ascoltano i ragazzi americani".

Puro country ritmico americano, fulminante, istantaneo che si ascolta e si riascolta senza mai stancarsi.





sabato 29 dicembre 2012

"Starman" - L'uomo delle Stelle




E' nato prima l'uovo o la gallina?
In un brano musicale di alta o media qualità che cosa ne determina il valore assoluto: le liriche o la struttura musicale? Bella domanda. Me la pongo da moltissimi anni e oggi propendo spesso per le liriche, le parole, gli angoli oscuri del compositore che a regola d'arte vengono celati ai più.
Senz'altro non rinnego un ottimo accompagnamento musicale che colora di sfumature il testo ma riconosco di avere una propensione particolare per l'uso del linguaggio spesso creato e ricreato dagli autori.
Vi sono comunque dei personaggi e delle band che a mio avviso sfuggono a separazioni  di sorta e di fronte ai quali non posso che lodare la simbiosi perfetta fra parole e musica.
Band e brani che hanno scandito la mia vita e che ancora oggi non smettono di affascinarmi come il primo giorno. Atmosfere insostituibili. Colonne sonore "scintillanti".

Questo è il leit-motiv di questo spazio dove gradualmente esplorerò i territori dei miei sogni musicali personali approfondendone i contenuti, il background storico e sociale dell'epoca, il valore letterario o di costume. Ovviamente secondo un'interpretazione personale e nessuna competenza musicale: passione ed istinto mi faranno da guida magari raccontando anche qualcosa di personale legato a quel brano o a quell'artista.

Mi auguro che questa avventura incontri altri appassionati che come me adorano approfondire ciò che a loro piace e il perché un brano in particolare resta scolpito nella loro memoria.
Mi scuso con chi ama la musica italiana in quanto raramente troverà qui il riscontro che desidererebbe in quanto gli argomenti riguarderanno principalmente la musica americana, britannica e iberica (che riserva non poche sorprese).

Correva l'anno 1971 e nel pomeriggio fra un compito di latino e l'altro io e la mia compagna Maura ascoltavamo alla radio "Per voi giovani". Un pomeriggio come un altro, qualcuno annunciava un brano di un giovane artista inglese molto originale e controcorrente con una tutina fasciante e una cresta rosso fuoco che stava facendo impazzire i giovani britannici con la sua musica. Cantava di uomini provenienti dalle stelle:
lui era David Bowie e il brano era Starman.
Una voce melodiosa e giovane annunciava un messaggio di speranza proprio a noi ragazzi attraverso la radio, come un essere proveniente dalle stelle che, a sua volta attraverso la radio, vuole aiutarci a divenire migliori e al quale non ci si può non affezionare immediatamente.
Per noi adolescenti che ci apprestavamo a cavalcare gli anni 70 era proprio arrivato a noi quell'alieno che ci spingeva a sperimentare noi stessi e a conoscerci realizzando che nelle nostre vite ci doveva essere qualcosa d'altro oltre ciò che vediamo sulla terra.
Bowie ha rappresentato per molti di noi la certezza che qualcosa stava cambiando nella nostra società e che era giunto il tempo in cui ci saremmo dissociati dai vecchi modelli passati.
Questa visione sarebbe entrata in contrasto con i nostri genitori che si sarebbero opposti, ma ciò non ci avrebbe fatto desistere dalle nostre scelte...musicali e di vita.

Da quel giorno però cambiò anche, per me, il concetto di musica.
Avevo dato per caso un'occhiata alla porta sul retro, come suggerivano di fare i Creedence Clearwater Revival e che sembra avere meno importanza di quella principale, ma dalla quale, secondo me, entrano le cose migliori spesso sottovalutate.
Da lì occhieggiava sorniona la musica con la M maiuscola....e mi guardava negli occhi.



Non sapevo che ora fosse e la luce fuori stava scemando
mi sporsi verso la radio
un tizio stava mettendo sul piatto del rock'n'roll piuttosto soul, così aveva detto.
Poi  il suono forte sembrò svanire
ritornando con una voce lenta su un'onda di fase
e quel confuso motivetto jazz non era di certo  il D.J.

C'è un uomo delle stelle che aspetta in cielo
vorrebbe scendere ad incontrarci
ma pensa che farebbe esplodere le nostre menti
C'è un uomo delle stelle nel cielo
che ci dice di non farlo andare via
perché sa che ne varrebbe la pena.
Mi ha detto
Lascia che i bambini lo perdano
Lascia che i bambini lo usino
Lascia che i bambini ballino

Dovevo telefonare a qualcuno e ho scelto te
Hey, è davvero lontano... e così lo hai sentito anche tu!
Accendi la TV che forse lo becchiamo sul secondo canale
Se guardo fuori dalla finestra  posso vedere la sua luce
se riusciamo ad inviargli un segnale luminoso
forse atterrerà stanotte.
Non dir nulla a tuo padre o ci chiuderà a chiave terrorizzato.


C'è un uomo delle stelle che aspetta in cielo.....

La la la la la
la la la la la la la la



Traduzione di Sarala